Come riconoscere la carenza di ossigeno nel nostro organismo

L’ossigeno è alla base di tutte le funzioni vitali e delle funzioni degli apparati dell’organismo:

L’ossigeno è alla base di tutte le funzioni vitali, ovviamente senza ossigeno non sarebbe possibile nemmeno la vita ma, nonostante ciò, il nostro corpo può esserne carente senza che ce ne accorgiamo. Spesso, infatti, si sottovaluta l’importanza della carenza di ossigeno, anzi, molte persone conoscono poco l’argomento o non ne hanno mai sentito parlare. 

Invece, l’ossigenazione dell’organismo è molto importante e in questo articolo vedremo i sintomi e le conseguenze dell’ipossia.

I sintomi della carenza di ossigeno 

La carenza di ossigeno nell’organismo è molto difficile da riconoscere e, spesso, viene confusa altre patologie.

In generale, i segnali principali legati alla carenza di ossigeno sono:

  • Stanchezza e difficoltà di concentrazione
  • rallentamento del metabolismo, problemi digestivi con conseguente sovrappeso e obesità
  • tachicardia e ipertensione;
  • dolori ed invecchiamento prematuro;
  • stress ossidativo.
  • capogiri e mal di testa;
  • problemi di vista;
  • insonnia

Il 25% della popolazione mondiale è affetta da patologie croniche che hanno, tra gli altri sintomi, anche lo stress ossidativo, con conseguente degenerazione e morte precoce delle cellule.

Un altro sintomo dell’ipossia è una più lenta guarigione delle ferite, come dimostrato da uno studio del 2014 pubblicato sull’International Wound Journal.

 

Le conseguenze della carenza di ossigeno

Come abbiamo visto è facile che i segnali che il nostro corpo ci invia quando vi è una carenza di ossigeno vengano fraintesi ed associati da altri disturbi.

La carenza di ossigeno viene definita con il termine di ipossia e può comparire rapidamente o svilupparsi in un tempo maggiore. Oltre ad essere di diversi tipi, può colpire diversi organi e avere una diversa intensità.

L’ipossia può essere tissutale (quando colpisce una determinata area del corpo), generalizzata (quando riguarda tutto il corpo) o ipossica (quando colpisce il sangue).

 

Gli studi sulla carenza di ossigeno

Il dott. Arthur Guyton, nel suo libro Fisiologia Medica, spiega come l’ipossia è causa del 99% delle malattie.

Tra gli organi che possono subire gravi conseguenze in seguito a una grave carenza di ossigeno troviamo danni:

  • al cervello, con stanchezza mentale, fatica a concentrarsi, problemi di memoria, comparsa di problematiche cognitive e neurodegenerative e altre gravi conseguenze;
  • all’apparato cardiovascolare, con la comparsa di aritmie e ipertensione fino ad arrivare a gravi conseguenze quali infarti, ictus, ischemie e altre patologie cardiovascolari;
  • all’apparato respiratorio, con la comparsa di asma, BPCO (Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva), fibrosi polmonare, ecc.

A proposito delle malattie neurodegenerative, in un’importante studio del 2009 è stato dimostrato che l’ipossia velocizza i processi infiammatori che causa l’aterosclerosi.

Inoltre, altre gravi conseguenze della mancanza di ossigeno nell’organismo sono:

  • problemi metabolici quali diabete, sindrome metabolica, sovrappeso, obesità, ecc.;
  • problemi muscolari, ovvero fibromialgia, affaticamento cronico, produzione di acido lattico in eccesso, ecc.

Anche il cancro ha origini con la carenza di ossigeno: nel 1931 il dott. Otto Warburg riceve il premio Nobel per la Medicina per aver dimostrato che la causa principale del cancro è l’acidità del corpo causata da una carenza di ossigeno.

Nonostante l’ipossia provochi tutti questi gravi danni all’organismo,  tre studi nel 2019 hanno fatto conferire il premio Nobel della Medicina a 3 scienziati; William J. Kaelin , Peter J. Ratcliffe, Gregg L. Semenza hanno dimostrato che, in carenza di ossigeno, le cellule si adattano indebolendo il sistema immunitario.

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